$6.600 miliardi bruciati in due giorni. Panico sui mercati? Per niente!

Gli investitori retail americani si sono tuffati con un carpiato nel mare in tempesta.

Ad aprile, in sole 48 ore, i mercati azionari USA hanno subito la quinta peggiore caduta in due giorni dalla nascita dell’S&P 500 nel 1957. Le tensioni commerciali date dai cambiamenti d’umore dell’inquilino della Casa Bianca hanno fatto evaporare $6.600 miliardi di valore. Ma invece di fuggire, milioni di investitori privati, hanno scelto di comprare "a sconto".

E sembra per ora che abbiano avuto ragione: in appena sei settimane, l’S&P500 non solo ha recuperato, ma ha anche superato i livelli pre-crisi, registrando un +17% dai minimi.

Questo comportamento della massa non è più un'eccezione, ma è diventato la nuova normalità?

Secondo dati della Federal Reserve e Goldman Sachs, a fine 2024:

Gli investitori retail detenevano $35.000 miliardi in azioni USA (il 38% del mercato) rappresentavano il 19,5% dei volumi di trading (in crescita dal 17% dell’anno precedente e ben sopra i livelli pre-pandemia).

La reazione dei retail è stata quasi emblematica:

Un famoso broker americano, Charles Schwab, ha registrato quasi 10 milioni di operazioni al giorno (+36% rispetto ai mesi precedenti)

Secondo JPMorgan, gli investitori retail hanno comprato $40 miliardi netti in azioni in un solo mese – un record mai visto prima;

Goldman Sachs conferma volumi di acquisto retail superiori perfino al boom post-pandemico.

Questo comportamento si inserisce in un pattern comportamentale “di massa” già visto nel 2018, 2020 e 2022. Nel libro "Maniacs, Panics and crashes" Charles Kindleberg e gli altri autori parlano anche di situazioni del genere, una lettura che vi consiglio vivamente. Negli anni sopracitati, chi ha mantenuto la calma e investito durante i ribassi è stato premiato. Il concetto di “up and to the right”, citato anche dal Segretario al Tesoro americano Scott Bessent durante un evento di recente, è ormai parte della cultura del settore a stelle e strisce.

Ma attenzione: anche le strategie che all’apparenza sembrano “vincenti” non sono prive di rischi. L'esempio più noto al momento resta lo scoppio della bolla dot-com del 2000: anche in quel caso i retail continuarono a comprare, ma per tanti di loro fu un errore. Il Nasdaq infatti impiegò 15 anni a tornare sui massimi e molti investitori ne uscirono più che scottati, carbonizzati.

La lezione da trarre? La resilienza sì paga, ma solo se accompagnata da una strategia consapevole, diversificata e coerente con i propri obiettivi e orizzonti temporali.

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