L’ultimo report dell’ISTAT sull’Italia
L’ISTAT ha pubblicato il Report del 2025, fresco di pubblicazione il 21 Maggio:
Quali dati interessanti possiamo trarne, per capire come va il nostro paese? 🇮🇹
L'occupazione è in aumento, ma resta ampio il divario con economie europee comparabili alla nostra. Infatti la disoccupazione è scesa al 6,5%, dato sicuramente positivo, ma ahimé la disoccupazione giovanile resta alta (superiamo di poco il 20,3%!)
L’Italia ha chiuso il 2024 con una crescita del PIL pari allo 0,7%, stabile rispetto al 2023, ma inferiore a Francia (+1,2%) e Spagna (+3,2%).
1) Produttività stagnante 🏭
In 21 anni, tra il 2000 e il 2024, la produttività per occupato in Italia è calata del 5,8%, mentre è cresciuta tra l’11% e il 12% in Francia, Germania e Spagna.
Nel solo 2024, la produttività del lavoro è diminuita del 2%,
2) Redditi e potere d’acquisto sono (ancora) sotto pressione 🪨
Dal 2019 al 2024, le retribuzioni nominali sono salite del 13%, ma l’inflazione le ha superate con un sonoro +18%. Con che risultato? Una perdita di potere d’acquisto del 4,4%, peggio di Francia (-2,6%) e Germania (-1,3%). Per quanto riguarda i redditi familiari medi nel 2023 erano 37.511€, calati in termini reali dell’1,6%
3) Persistono criticità strutturali 🎓
Solo il 40% degli occupati italiani rientra nella categoria STEM, un dato inferiore di 10-17 punti rispetto a Spagna, Germania e Francia. Questo ritardo frena l’adozione di tecnologie digitali evolute, come l’intelligenza artificiale utilizzata da una percentuale irrisoria delle aziende italiane.
4) L’Italia tra i paesi più anziani al mondo:
Il 24,7% della popolazione ha più di 65 anni, e oltre 4,5 milioni hanno 80 anni o più.
I “grandi anziani” superano ora numericamente i bambini sotto i 10 anni: un ribaltamento storico della piramide demografica
Cosa significa per chi investe o pianifica il proprio futuro finanziario?
In un contesto di produttività debole e crescita reale dei redditi stagnante, la pianificazione finanziaria indipendente diventa uno strumento chiave per almeno 3 motivi:
- Proteggere il potere d’acquisto
- Costruire rendite integrative in ottica futura
- Valutare soluzioni previdenziali efficienti
Per darci un'occhiata, ecco il link
https://www.istat.it/comunicato-stampa/rapporto-annuale-2025/
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