L’ultimo report sui costi dei fondi attivi di ESMA
Fonte: Report ESMA
“(...) It's a little like investing. You don't have to do anything very smart. You just have to avoid doing things that are ungodly dumb." Warren Buffett
La nuova analisi ESMA sui costi dei fondi, uscita settimana scorsa, rimette al centro una annosa spina nel fianco, per tutti gli investitori italiani in fondi attivi, di cui nella maggior parte dei casi non sono a conoscenza: quasi metà del costo di un fondo UCITS finisce nella rete di distribuzione e non nella gestione vera e propria. Parliamo del 48% del totale dei costi, con le retrocessioni che assorbono in media il 45% dei costi correnti del prodotto.
Tradotto: quando compri un fondo attraverso i canali classici – banca o rete di consulenza – stai pagando soprattutto l’intermediazione, non l’investimento in sé. E questo è esattamente il modello prevalente nell’Europa del Sud, dove rientra anche l’Italia, dove la distribuzione è ancora dominata dalle banche e dal consiglio “non indipendente”. ESMA lo dice chiaramente: i canali tradizionali sono i più costosi; i canali digitali e i prodotti passivi mostrano strutturalmente costi più bassi.
Perché è un problema? Semplice, perché questi costi:
Sono spesso poco visibili al cliente (una parte è dentro il TER/KID, una parte è nella rendicontazione MIFID ex post);
Riducono direttamente il rendimento nel tempo rispetto al mercato di riferimento con cui il fondo compara la performance;
Creano un potenziale conflitto di interesse: il distributore è incentivato a proporre ciò che remunera di più, non ciò che è più adatto (e più efficiente) per l’investitore.
La soluzione migliore? è separare la consulenza dal prodotto:
Pago la consulenza per quello che vale, a seconda di quello che mi offre, come un Avvocato migliore che costa più di un altro
Come consulente posso scegliere prodotti a basso costo, cioé fondiindicizzati come gli ETF,, dove la parte “distribuzione” è minima o nulla;
Il rendimento atteso netto migliora perché tolgo uno strato di costi che non ha a che fare con i mercati, ma con la struttura commerciale.
Ricordiamoci l’ordine di grandezza messo nero su bianco da ESMA: su 10.000€ investiti in un fondo azionario UCITS attivo, tra prodotto e distribuzione puoi arrivare a 200€ di costi l’anno. Se quasi la metà è distribuzione, significa che come investitore stai pagando per farti vendere il prodotto. Se quegli stessi 10.000€ li metto su un ETF a replica passiva, acquistato tramite un canale efficiente e scelto in autonomia (o con consulenza fee-only), quella parte di costo semplicemente non si genera.